Avv. Giovanna Soravia
Non sapremmo cos’altro scrivere oltre a quanto si è già detto e scritto negli ultimi quattro mesi, e si va dicendo e scrivendo ancora oggi nelle diverse opportune sedi, in merito all’epidemia da Covid-19 che ha sconvolto il mondo intero.
Tuttavia, nel consueto appuntamento con i nostri approfondimenti, non possiamo rinunciare a riportare qualche cenno alle conseguenze che l’emergenza sanitaria ha riversato sul settore agroalimentare, a partire dalla dichiarazione dell’emergenza nazionale comunicata dal nostro Consiglio dei Ministri in data 31 gennaio 2020.
Consideriamo, infatti, che le necessità alimentari e le richieste di prodotti alimentari dovevano essere soddisfatte anche durante l’epidemia; inoltre, a seguito del lock down e dell’impossibilità per le persone di uscire di casa e recarsi fisicamente nei negozi, vi è stato un incremento generale degli acquisti on line di molti beni di consumo, e anche degli alimenti; quindi, nonostante le difficoltà e il contesto di rara gravità che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno corrente, la filiera agroalimentare non si è fermata e ha portato avanti gli impegni produttivi e di commercializzazione di materie prime, cibo, bevande, modificando ove necessario le condotte degli operatori e gli obiettivi nel rispetto della normativa e delle nuove specifiche esigenze di tutela.
Qualche cenno meritano, ad esempio, i controlli.
Anche la relativa attività di controllo sulla filiera agroalimentare ha infatti continuato ad operare, anch’essa adeguatasi alla nuova realtà sociale ed economica, e a quella dello specifico settore, ed in particolare l’ICQRF ha appena pubblicato un Report dedicato al periodo 1 febbraio – 30 aprile 2020 che illustra gli interventi eseguiti durante la cosiddetta “fase 1”.
Cambiata la situazione, in piena emergenza sanitaria, sono cambiati anche i criteri di analisi del rischio, e l’ICQRF ha dovuto porre particolare attenzione sugli alimenti preconfezionati che, secondo le previsioni, sarebbero stati maggiormente venduti durante le restrizioni sanitarie e le misure di contenimento imposte dall’epidemia Covid-19.
Il Report descrive poi l’intensificazione dell’attività di controllo operata dall’ICQRF sui canali dell’e-commerce, correlata all’aumento delle vendite on line, che ha contato 445 interventi per la rimozione di inserzioni irregolari sulle piattaforme Amazon (42), Alibaba (14)e Ebay (389).
L’epidemia ha però incoraggiato anche condotte scorrette, come la messa in vendita di alimenti e integratori alimentari (soprattutto on line), pubblicizzati come funzionali a contrastare il contagio, ed addirittura utili a curare dal virus, senza alcuna base scientifica. A contrasto di tali illeciti, l’ICQRF ha effettuato 35 interventi con conseguenti segnalazioni di irregolarità, su prodotti disparati come miele, funghi, radici di curcuma, infusi.
Infine, il Report conclude con alcuni dati relativi al profilo sanzionatorio, in particolare evidenziando che dal 1 febbraio al 30 aprile 2020, in piena emergenza da Covid-19, l’Istituto ha irrogato 948 contestazioni amministrative e ha depositato 49 notizie di reato, soprattutto nel settore vitivinicolo e in quello dei prodotti di qualità DOP/IGP/STG.